con Denis Menochet /Isabelle Adjani / Khalil Ben Gharbia / Hanna Schygulla / Stefan Crepon
INTRODUCE STEFAN CREPON
La Regista
Dopo l’esordio alla Semaine de la critique nel ‘98 con Sitcom, quattro anni dopo Ozon si fa conoscere al grande pubblico con 8 donne e un mistero, che riunisce il gotha del cinema femminile francese (Deneuve, Huppert, Ardant, Béart). Nel 2010 torna a dirigere Deneuve in Potiche, a cui seguono, tra gli altri: Nella casa (2012), Doppio amore (2017) e È andato tutto bene (2021) con Sophie Marceau e André Dussollier. Torna a France Odeon dove nel 2013 ha presentato Giovane e bella Jeune et jolie.
François Ozon
Drammatico
85'
Manu Dacosse
Laure Gardette
Katia Wyszkop
Brigitte Thaillandier
Foz
Playtime
Academy Two
Irresistibilmente attratto dalla poetica di Fassbinder, François Ozon torna a frequentarlo vent’anni dopo Gocce d’acqua su pietre roventi. Questa volta la sfida è grande, riguarda Le lacrime amare di Petra von Kant, cult che più cult non si può. Ma il maestro ha la mano sicura, sposta la storia al maschile (tra l’altro era l’ispirazione originale di Fassbinder) e dalla moda nel mondo del cinema, con una scenografia di rara attenzione. Peter (Denis Ménochet), regista di successo, vive con Karl (Stefan Crepon), attendente tuttofare che lo adora e gli scusa ogni sopruso. Sono una coppia? Forse. Ma poi arriva il giovane e fotogenico Amir (Khalil Ben Gharbia), scatta il colpo di fulmine con Peter e tutto cambia: gli equilibri in casa, la carriera, l’amicizia con la star Sidonie che colpevolmente è stata l’artefice dell’incontro (è Isabella Adjani, “dirigerla è come suonare uno Stradivari”). La storia vola leggera, nel dramma ma leggera, e arriviamo alla fine senza perderne una sfumatura. L’epilogo, che si avvale dell’entrata in scena di Hanna Shygulla (Ozon si è pure divertito a citare Fassbinder chiamandone l’attrice feticcio) sulla carta non riserverebbe sorprese, ma al contrario ci porta lontano, con sofferta poesia. (VG)